I MONTI AURUNCI
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I confini con gli Ausoni sono convenzionali,affidati alla SS 82 della valle del Liri, che da Pico (FR) dopo aver sfiorato la valle di Campodimele termina ad Itri (LT), sulla via Appia. Le stesse Campodimele ed Itri appartengono per metà territorio ad Ausoni ed Aurunci. Dal punto di vista geologico non c'è diversità con le altre due minicatene essendo costituite da una gran massa di carbonati. Le cime maggiori da Ovest ad Est:Monte Faggeto (1256 m), Revole (1285 m), Trina (1062 m), Orso (1023 m), Ruazzo (1314 m), Redentore (1252 m), S.Angelo (1402 m), Altino (1362 m), Forte (1321 m) e il Petrella (1535 m) tetto della catena. In un breve spazio si raccolgono altezze medie di discreto valore, caretterizzate generalmente da pendii scoscesi (precipiti anche per 600 metri) sul versante marino e più attenuati su quello interno. A partire dalla Vallecola in cui è isediata Itri si distacca la formazione dei colli Cecubi, che hanno legato il loro nome alla produzione dell'omonimo, forte e generoso vino. La caratteristica più notevole dei Aurunci è la presenza di una vegetazione ricca e varia, composta dalle specie tipicamente mediterranee accanto a quelle appenniniche. I versanti occidentali, che si affacciano sul mare ospitano le specie che prediligono le temperature più alte, mentre i versanti orientali, risentendo delle correnti d'aria più fredda che provengono dalle montagne dell'Appennino , sono caratterizzati da specie adattate a temperature più basse. Si incontrano perciò da un lato fitti boschi di leccio e sottoboschi formati da cespugli di ginestra e rillirea , mentre all'interno faggi, cerri, olmi, lecci e carpini con ambienti particolarmente umidi e freddi.
Si è detto delle pendici marittime generalmente degradate e oramai patria degli stammeti, tuttavia l'area degli alti Aurunci viene considerata tra i più interessanti ambienti vegetazionali del Lazio, punto di transazione tra l'area appenninica centrale e quella meridionale. Gli aspetti più vistosi sono rappresentati dalla sughereta di Costamezza, dai lecceti di monte Ruazzo e Campone e dalle faggete di monte Petrella.Proprio questo monte che è il più alto del sistema, preceduto e difeso dalle sue sentinelle,il S.Angelo e il Redentore, che lo preservano dai venti marini presenta vegetazione notevole. Le ampie praterie di Salvia e la faggeta in via di espansione, accompagnate soprattutto dal Carpino nero, Acero di monte, Biancospino a cui si aggiungono quasi inattesi diversi fiori.I monti Aurunci, è risaputo, sono il paradiso dei botanici con molte specie di orchidee, alcune rare, e molte erbe officiali che oggi sono usate per pozioni e decotti. Già nelle basse quote si segnalano in abbondanza piante di Mirto, Lentisco e Ginestra che in piena fioritura ricopre i versanti delle montagne di un giallo intenso. Laddove la vegetazione diventa più rara si inserisce l’onnipresente Ampelodesmos mauritanicus, localmente conosciuto come ”stramma” o tagliamani; una pianta usatissima nel passato per la realizzazione di stuoie ,scope, borse, cesti e vari contenitori per uso domestico.
In un territorio così vario anche la fauna presenta alcune specie di notevole importanza nonostante la caccia, tuttora praticata con scarsi controlli.Le vaste foreste ospitano diverse specie animali.Tra i mammiferi più comuni e diffusi, il cinghiale, la donnola, la volpe, la faina, il riccio e il tasso. Non è raro vedere volteggiare maestoso il falco Pellegrino che da sempre nidifica sulle rocce più inaccessibili, il falco comune, la poiana, il gheppio, e l'astore, che dopo periodi di assenza, stanno tornando in zona. Anche i rapaci notturni come il gufo reale, il barbagianni, l'allocco e la civetta sono presenti con una popolazione consistente. Così come sugli Ausoni anche sui monti Aurunci vivono con il colombaccio, il piccione selvatico, la ghiandaia marina, il culbianco, la coturnice, la starna, la gazza e il corvo grigio. In prossimità della vetta Ruazzo vivono il falco Pecchiaiolo e la Poiana, sulle altitudini del Redentore, il Nibbio e il Gheppio
I
Monti Aurunci costituiscono il settore meridionale della catena dei Volsci
orientati
parallelamente alla catena appenninica, si ergono a ridosso della fascia
costiera laziale, delimitati ad Ovest dal golfo di Gaeta, cui fanno da splendita
cornice con il gruppo del monte Petrella, a sud dalla fertile piana del
Garigliano a nord dalla valle del Liri e ad est dal fiume Garigliano.
I Aurunci, che per la loro conformazione non
presentano seri ostacoli alla penetrazione umana, mostrano ovunque elementi
caratteristici della civiltà agricola e pastorale che si è perpetuata per
alcuni millenni. Le testimonianze più antiche dello
sfruttamento del suolo risalgono età repubblicana; si
tratta di terrazzamenti realizzati con
pietra calcarea.
Avvertenze e indicazioni
Un’escursione
è sempre piacevole ma alle volte si ha bisogno di tante piccole cose che
possono rendere la nostra uscita più sicura, occorre sempre ricordare che in
un’escursione è ipotizzabile dover affrontare delle emergenze e avere
l’attrezzatura adeguata consente di togliersi d’impaccio in situazioni a
volte difficili, per questo è consigliabile che nello zaino trovino posto una
serie d’accessori che si riveleranno molto utili al momento del bisogno.
a) Il
periodo:
per
apprezzare meglio i paesaggi di questi monti, si consiglia di percorrere i
sentieri nel periodo primaverile e autunnale. D'estate, a causa delle basse
quote in cui si snodano i sentieri e della forte insolazione,
b) L'equipaggiamento:
un
sentiero può attraversare numerosi ambienti e ovviamente la natura del terreno
è estremamente variabile, così è sicuramente necessario un buon paio di
scarponi; anzi meglio due, uno per l'inverno e adatto per la marcia sulla neve e
uno per le altre stagioni, oltre a due paia di calzettoni adatti. Per quanto
riguarda l'abbigliamento è bene essere attrezzati secondo la stagione: e
indispensabile avere nello zaino un indumento idoneo per ripararsi in caso di
pioggia e una giacca a vento da indossare nell'eventualità di trovarsi in
presenza di forte vento in quota. Un berretto per il sole e un copricapo di lana
per il freddo insieme a un paio di guanti sono sicuramente utili. Si consiglia
di non mettere troppe cose nello zaino, per evitare di rendere la marcia troppo
faticosa.
c) L'alimentazione:
portare
sempre almeno un litro d'acqua e alimenti con un buon grado di digeribilità e
soprattutto ricchi di carboidrati (in particolare farinacei e frutta) che danno
un apporto calorico notevole. In caso di forte sudorazione sì può ricorrere a
reintegratori di vitamine e sali minerali ma è bene non affidarsi solo a questi
mezzi o dare sempre
la precedenza a prodotti naturali come la frutta fresca e secca. Non bisogna
eccedere nei cibi poiché in montagna occorre essere sempre in buona forma
fisica. Evitare gli alcolici o almeno assumere moderatamente solo verso la fine
dell'escursione. Per i sentieri più impegnativi e consigliabile fare piccoli
spuntini ogni due ore circa e non un unico pasto a metà della giornata.
d) Attrezzatura:
alcuni strumenti, come la
bussola, l'altimetro, la carta topografica, una torcia elettrica, una corda, una
mantella, dei fiammiferi e la borraccia sono
senz'altro utili soprattutto por coloro che iniziano a fare escursioni in
montagna. Altri sono consigliabili come un binocolo di modeste dimensioni tipo
8x30 o 8x40 e una macchina fotografica con un obiettivo standard e un
grandangolare. Anche un coltello mille usi può essere utile.
Tutto
il materiale deve avere un giusto posizionamento all'interno dello zaino. In
linea di massima sul fondo quello più pesante o che potrebbe servire, nelle
tasche gli oggetti più piccoli o che servono temporaneamente.
Nelle parti esterne
dello zaino, velocemente accessibile, trova posizione quello che potrebbe
servire rapidamente come mantella antipioggia, cappello, coltello, acqua.
e) La natura:
si
raccomanda di porre particolare
attenzione nell'avvicinarsi alle grotte, data la loro pericolosità; è meglio
quindi non avventurarsi al loro interno se non in presenza d’esperti
speleologi. È assolutamente vietato raccogliere piante soprattutto se protette
(agrifoglio, orchidee ecc.), molestare gli animali o gettare rifiuti: i rifiuti conservateli, invece, nello zaino e portateveli a valle.
I luoghi che si raggiungono attraverso questi sentieri sono il più delle volte
selvaggi, la natura è ancora incontaminata e i paesaggi sono tra i più belli e
interessanti del Lazio.
Quando percorri un sentiero
fai in modo che chi viene dopo di te
non si accorga del tuo passaggio
Inoltre gli animali sono intorno a noi, ma non si fanno vedere, e le piante non fuggono via ma
Se percorri un sentiero
in silenzio
e con molta attenzione
puoi vedere ciò che gli altri non vedono